Non è mai un caso quello che ci accade, sia quando assistiamo ai fuochi di artificio delle nostre emozioni, sia quando ci troviamo nel mezzo del blackout della nostra esistenza.
Autore: Adriana Stefanachi
Sono Adriana Stefanachi, nata terrona e milanese di adozione.
Negli ultimi sei anni qui a Milano ho esercitato la professione di avvocato giuslavorista, “tutelando” il lavoro degli altri, ma “tralasciando” quello su me stessa.
Da ottobre 2016 ho deciso di prendermi del tempo per me stessa perché alla quotidiana domanda “Sei felice?”, che mi ponevo ogni santa mattina prima di andare a lavorare, rispondevo con una sola certezza: “No, a caratteri cubitali”.
Ora in questi quasi 9 mesi di “diversa” occupazione, da quando ho iniziato a parlare con le persone sconosciute del mio quartiere, da quando coltivo i pomodori sul balcone, da quando ho smesso di giudicarmi, da quando ho fatto amicizia con la mia vicina tedesca ottantenne, la domanda che mi pongo ogni santa mattina è sempre la stessa, ma la risposta, quella “dai caratteri cubitali” varia e, di questo, ne sono felice, eccome.
Neanche tu? Nemmeno io
Gli amici a cena o durante un aperitivo e i conoscenti che incontro per strada o dal giornalaio mi dicono: “Adriana, che figata questi Talenti Inauditi, ma, ehm… Non ho capito bene di che si tratta”. E io sorrido, e rispondo loro: “Nemmeno io…”.
Sono il mio talento
Il mio accento è il mio talento. I miei occhi sono il mio talento. Le mie orecchie sono il mio talento.