Di solito, alla fine, magicamente, tutti i pezzi del mosaico si incastrano e come nella commedia shakespeariana si riesce a dire: “Tutto è bene, quel che finisce bene”… Beh, tranne questa volta.
Autore: marco.martelli.ottoni
Per aspera ad astra è la frase che credevo mi rappresentasse meglio. Perché il cammino che ho percorso sino ad oggi è stato segnato da numerose “asperità” e spesso per darmi una metaforica pacca sulla spalla mi sono trovato a contare le volte che sono entrato ed uscito da una sala operatoria o le volte che ho dovuto fare i conti con pensieri nefasti o le volte che ho dovuto accettare notizie “inaccettabili”.
Ma poi finisce tutto li…
Ho capito di non sentirmi una persona diversa o migliore perché sono riuscito a sopravvivere, come spesso mi capita di sentir raccontare a persone che hanno vissuto vicende analoghe alle mie.
Ero già così, ero già destinato alle stelle e non è stato il percorso che mi ha cambiato o modificato o forgiato.
E’ per questo, che dopo essermi tatuato la frase sopracitata me ne sono tatuata una seconda, in latino che recita: Suis Viribus Polles e che in una mia personale traduzione, significa “Possente di sua propria forza”, che è un po’ quello che realmente penso di me.
Un successo averlo capito, un successo aver scalfito il mio proverbiale pessimismo, per arrivare forse un giorno a pensare che per essere "cool" non necessariamente si debba essere cinici e che l’ottimismo possa essere veramente il sale della vita....(qui lo dico e qui lo nego perché ancora è presto per abbandonarsi a tali leggerezze)
Le idee dirompenti
Un’idea per essere dirompente mi deve provocare la così detta pelle d’oca, deve avere quel valore aggiunto che non è progettabile a tavolino, ma che scaturisce dall’istinto e dall’emotività.
/ta·lèn·to/
Per essere veramente consapevoli del talento, forse prima bisogna averne sofferto la mancanza, oppure bisogna individuare un termine di paragone che ne metta in luce la presenza.